Se si pensa che il senso della vita possa trovarsi in qualche risposta della scienza o in una proposizione metafisica, si fallisce inesorabilmente. Il senso della vita è nella vita, non nelle cose della vita ma nel fare la vita. È questa la lezione di Ludwig Wittgenstein.

nel Tractatus logico-philosophicus Wittgenstein afferma: “La risoluzione dell’enigma della vita nello spazio e nel tempo è fuori dello spazio e del tempo”, il filosofo stabilisce così un nesso tra “l’enigma della vita”, espresso da domande come “Qual è il senso della vita (o del mondo)?”, “Ha la vita (o il mondo) un senso?, e la vita umana come collocata nello spazio e nel tempo.

Riportiamo per intero la proposizione 6.4312: “L’immortalità temporale dell’anima dell’uomo, dunque l’eterno suo sopravvivere anche dopo la morte, non sono non è per nulla garantita, ma, a supporla, non si consegue affatto ciò che, supponendola, si è perseguito. Forse è sciolto un enigma perciò che io sopravviva in eterno? Non è forse questa vita eterna così enigmatica come la presente? La risoluzione dell’enigma della vita nello spazio e nel tempo è fuori dello spazio e del tempo. (I problemi da risolvere qui non sono problemi della scienza naturale”.

Wittgenstein introduce un tema che riguarda l’etica e ci dice che l’enigma della vita nello spazio e nel tempo non può essere risolto né dalla scienza né dalla metafisica, intesa come l’insieme di quelle posizioni che ritengono che la filosofia abbia un proprio oggetto d’indagine, ad esempio il mondo sovrasensibile di Platone, distinto dagli oggetti su cui indagano le scienze, come la fisica, la biologia, la chimica ecc.

La risposta alla domanda sul senso della vita dunque non può arrivare né dall’ampliamento della conoscenza scientifica della vita e del mondo, ossia non possiamo trovarla in una più estesa conoscenza della struttura biologica o psicologica dell’uomo, né della storia dell’uomo.

D’altro canto, tale risposta non può essere fornita dalla metafisica attraverso l’accesso a un “altro” mondo, una sorta di ultra-mondo o retro-mondo che appunto starebbe dietro il mondo dei fatti studiato dalla scienza. Se anche ci fosse una metafisica, essa starebbe in relazione all’etica, dunque al problema del senso della vita, come una fisica, poiché pretende di trovare in sé la soluzione a tale questione. Ma, sostiene Wittgenstein, l’etica è del tutto indifferente alla scienza e alla metafisica, così come la religione è indifferente a qualsiasi prova dell’esistenza di Dio.

<p value="<amp-fit-text layout="fixed-height" min-font-size="6" max-font-size="72" height="80">Quindi la soluzione del problema del senso della vita "è un modo di vivere che fa scomparire ciò che rappresenta un problema".Quindi la soluzione del problema del senso della vita “è un modo di vivere che fa scomparire ciò che rappresenta un problema”.

IL CONSIGLIO FILOSOFICO: Ci spiega Wittgenstein, la soluzione del problema del senso della vita è pratico-vitale, non speculativa o scientifica. Solo cambiando maniera di vivere, adottando una maniera di vita diversa da chi vive la vita come problematica rispetto al suo senso, il senso della vita può diventare chiaro e la vita cessa di apparire senza senso. Scrive il filosofo austriaco: “Se la vita è problematica, è segno che la tua vita non si adatta alla forma della vita. Devi quindi cambiare la tua vita; quando si adatterà alla forma, allora scomparirà ciò che è problematico”.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Perissinotto, L., Il tempo e il senso della vita nella filosofia di Wittgenstein, in Tempo, evento e linguaggio, a cura di M. Ruggenini e L. Perissinotto, Carocci, Roma, 2002.

Wittgenstein, L., Tractatus logico-philosophicus, a cura di G. Conte, Einaudi, Torino.

Wittgenstein, L., Pensieri diversi, a cura di G. H. von Wright, M. Ranchett, Adelphi, Milano.